Forse il nome del dottor Edward Bach (1886-1936) non ti dice molto; ma sicuramente conoscerai i famosi Fiori di Bach e i “Dodici Guaritori”: il mimulus è uno di questi fiori.
Il metodo del dottor Bach, “incrociato” con l’omeopatia, prevede di curare la malattia ma anche lo stato d’animo del malato. Ad ogni stato d’animo, il dottor Bach ha associato un fiore tramite criteri di “somiglianza”. Ma ecco tutta la storia.
Nel 1928 il dottor Bach raccolse due fiori: Mimulus (mimolo giallo) e Impatiens (balsamina), a cui applicò un procedimento già messo a punto nei vaccini da lui ottenuti tramite batteri. Ma quale fiore avrebbe curato meglio un certo tipo malato?
Nel decidere a quali pazienti somministrare questi nuovi “vaccini”, Bach si lasciò guidare dalle somiglianze tra la pianta e la persona: il mimulus è un piccolo fiore discreto, all’apparenza timido e spaventato: provò a usarlo per curare ai paurosi; la balsamina, chiamata anche “Non mi toccare”, sembra un fiore scattante e nervoso, in grado di proiettare i suoi semi anche a diversi metri di distanza: lo somministrò alle persone rudi e sbrigative.
Nel 1932 Bach aveva scoperto e raccolto dodici fiori base, che secondo lui potevano curare altrettanti stati d’animo. Li chiamò i “Dodici Guaritori”; poi individuò i “Sette Aiutanti” dei guaritori, e altri 19 fiori: in tutto, i 38 rimedi di Bach.
“Ah. Capito. E quindi perché vi chiamate Mimulus?”
Foto in Creative Commons di J Brew e Matt Lavin