Derivato dal mondo museale e bibliotecario, il termine Content Curation (o Cura dei Contenuti, in italiano) è riferito a quell’insieme di attività che vanno dalla ricerca alla condivisione di materiali altrui, passando attraverso la selezione, classificazione e la “attribuzione” di senso.
Poiché non abbiamo le risorse per produrre la quantità di contenuti originali necessari per sostenere le nostre azioni di marketing online, dobbiamo appoggiarsi alla grande quantità di contenuti altrui disponibili in Rete.
Possiamo fare semplici condivisioni sui Social Network oppure partire da questi contenuti per generarne altri e pubblicarli sul blog o altre piattaforme ad hoc.
Content Curation vs Content Marketing
Il Content Marketing è riferito in generale all’utilizzo di contenuti per attirare interesse e ha un focus particolare sulla produzione di contenuti originali.
La Content Curation sposta l’attenzione al ri-uso di contenuti altrui, dove la selezione dei materiali di valore assume un peso rilevante.
La linea di demarcazione è però molto sottile: nel momento stesso in cui confeziono un post originale riproponendo contenuti di altri autori, collegandoli tra loro secondo una certa logica e aggiungendo miei commenti o mettendo in evidenza il mio punto di vista, è difficile dire se sto facendo -Curation o -Marketing.
Comunque, tralasciando i dettagli “filosofici”, ciò che importa è capire cosa sia la Content Curation e come può rientrare nelle nostre attività di Social Media Marketing.
Il punto di partenza è che non possiamo pensare di produrre sempre e solo contenuti originali, né nel numero necessario a sostenere un piano di comunicazione, né della qualità utile a creare attenzione.
Le fasi della Content Curation
Il modello più interessante è quello proposto da Beth Kanter:
La quantità di contenuti presenti in Rete è enorme e ogni giorno cresce; non tutti sono contenuti di valore, anzi, spesso, ci troviamo di fronte agli stessi contenuti ripubblicati più volte senza citare la fonte. La prima fase è la selezione dei migliori contenuti; già questo, per i nostri lettori, rappresenta un valore!
Il cuore del processo è la seconda fase, l’attribuzione di senso: i contenuti che hanno passato il vaglio della fase precedente (la selezione) vengono connessi e commentati in maniera originale, così da restituire non solo un elenco di contenuti validi, ma anche una loro rivisitazione.
La Content Curation si distingue dalla semplice Aggregazione: un post con un semplice elenco dei migliori articoli sul fenomeno Pokemon GO ha sicuramente valore ma non aggiunge nulla alla interpretazione o comprensione del fenomeno.
Lo stesso post con alcune frasi estrapolate dagli articoli citati, alcuni commenti e un percorso di racconto che collega un articolo al successivo, e così via, assume un valore molto maggiore per i lettori:
(fonte Beth Kanter)
La Content Curation è quindi un processo di incremento dl valore.
Strumenti e piattaforme utili per la Content Curation
Possiamo usare i contenuti così generati, nelle normali azioni di Social Media Marketing (terza fase): sul blog aziendale, sui social network e su piattaforme ad hoc, scegliendo la destinazione giusta in base a diversi fattori, non ultimo quali sono i nostri obiettivi e dove sono i nostri potenziali lettori.
Strumenti per WordPress
Un’opzione è pubblicare il risultato delle nostre attività di curation scrivendo un post, come accade su questo blog con i post del sabato – ad esempio Content Marketing, letture della settimana.
Si possono anche utilizzare plugin ad hoc, come My Curator, oppure sfruttare il pulsante Press this, nativo di WordPress (Impostazioni > Strumenti disponibili).
Piattaforme social
Tumblr e Pinterest sono le piattaforme di Content Curation per eccellenza, la prima ancor più della seconda. Pinterest, infatti, si configura più come piattaforma di aggregazione e classificazione di contenuti visivi in contenitori di senso omogeneo.
Altre piattaforme
Le più interessanti sono:
- Scoop.it – l’account gratuito permette di creare una propria rivista tematica nella quale pubblicare i contenuti di valore e aggiungere un commento, come ad esempio in Digital Friday by Mimulus, che manca però di commenti.
- Storify – un contenuto pubblicato su Storify è una collezione di altri materiali digitali reperiti sulla Rete tra Tweet, foto Instagram o Flickr, video Youtube, link ad articoli… Tra un contenuto e il successivo è possibile inserire titoli e commenti. Un esempio è Letture della settimana: Content Marketing
- Flipboard – anche qui è possibile, oltre cha abbonarsi a riviste di altri utenti, manutenere la propria rivista ripubblicando contenuti online. In questo caso però, la possibilità di aggiungere commenti è inesistente, ragion per cui Flipboard si presenta più come aggregatore di materiali.
Conclusioni
I vantaggi della Content Curation sono molteplici: il più importante è che abbiamo la possibilità di alimentare la nostra presenza online sfruttando i materiali prodotti da altri autori e grazie a questi rafforzare il nostro posizionamento di “esperti” nel settore.
Come ovvio, il processo va applicato con molta cura affinando la capacità di selezionare i contenuti migliori e di dare un senso al materiale collezionato.
Senza dimenticare la corretta attribuzione all’autore originario dei contenuti!