Tra i vari temi su cui sto lavorando in questo periodo, un posto di rilievo è occupato dal Personal Branding: l’insieme di strategie, metodi e azioni quotidiane per costruire e sostenere nel tempo posizionamento e proposizione di valore, alla stessa stregua dei Brand dei quali ci fidiamo di più.
Diventare un Brand, essere riconoscibili dovunque ci si presenta, raccogliere attorno a sé persone (aziende) che si fidano e ti seguono: questo è l’obiettivo.
Premessa
Anche se non sai cos’è, da quando ti alzi a quando chiudi i battenti, fai comunque Personal Branding: è l’immagine, l’idea che crei di te per quello che fai e non fai, per quello che dici e come lo dici. O che non dici, ma in realtà dicendo. 🙂
È la scia di sensazioni che comunichi quando le persone arrivano su un tuo canale; è la qualità di rapporto che costruisci e che mantieni nel tempo; è LA ragione per cui un cliente, un datore di lavoro o un partner ti sceglie.
Il punto focale di tutto questo è che inizi a costruire il tuo brand online, attraverso il tuo profilo LinkedIn, gli argomenti di cui tratti nelle condivisioni, il “buon senso” che metti nella tua pagina Facebook…
Poi lo confermi, o lo dis-confermi, nelle relazioni quotidiane, quelle di persona, quando non puoi barare e le parole, i gesti e lo sguardo dicono di te più di mille social share azzeccati.
Metodi
Non si inventano: esistono persone che ne hanno fatto un mestiere: affiancano manager, imprenditori, Vip di ogni genere in un percorso di personal branding che può arrivare anche all’individuare un posizionamento diverso rispetto a quello attuale.
Il punto di riferimento in questo ambito è Business Model You, scritto da Timothy Clark. Il modello è suddiviso in 9 blocchi:
- Chi sei e cos’hai (Risorse chiave)
- Cosa fai (Attività chiave)
- A chi sei utile (clienti)
- Come ti rendi utile (Valore offerto)
- Come ti fai conoscere (Canali)
- Come interagisci (Relazione con i clienti)
- Chi ti aiuta (Partner chiave)
- Cosa ottieni (Ricavi e Benefici)
- Cosa dai (Costi).
A partire dal suo lavoro si è iniziato, anche in Italia, a lavorare sul Personal Branding attraverso l’uso di modelli strutturati.
Da una decina d’anni si è sviluppata una ricca offerta di servizi e consulenza:
- Business Model You – è una miniera di informazioni e risorse molto preziose
- Personalbranding.it – il primo sito in italiano verticale sull’argomento; lanciato nel 2008 da Luigi Centenaro e Tommaso Sorchiotti quando pubblicarono la prima edizione del loro libro per la Hoepli
- Personal Business Model Canvas – sempre di Luigi Centenaro e Beople, è focalizzato sul modello operativo di Timothy Clark
- Personal Branding Canvas – anche questo del nostro amico Luigi Centenaro.
Interessanti le newsletter:
- Business Model You – all’iscrizione ricevi il link a un video introduttivo e a un estratto del libro
- Personal Branding Canvas – ricevi il pdf del modello (nell’immagine qui sopra)
- Newsestyletter – ricevi il pdf “I.P.E.R. formula per il Personal Branding”.
E sui Social Network?
Come dicevo, innanzitutto LinkedIn: il profilo è la prima carta da giocare. Rileggiti:
- LinkedIn dalla A alla Z: tutto quello che devi sapere
- Fare Personal Branding in 7 mosse, con un occhio a Linkedin
- Perché usare Linkedin e come usarlo al meglio – parte 1
- Perché usare LinkedIn e come usarlo al meglio – parte 2
- Usare al meglio Linkedin: la foto-profilo
- La rete di Contatti su Linkedin: ampiezza e qualità
- Profilo Linkedin: come usare le giuste parole chiave
e considera di iscriverti al mio corso Linkedin e il Personal Branding, disponibile anche in moduli online (in diretta, NON registrati) di due ore.
Poi Facebook:
- Scegli con cura cosa condividere
- Usa le liste per filtrare la visibilità degli aggiornamenti (non tutti devono per forza vedere tutto)
- Fai attenzione anche quando commenti post di altri
- Considera che con una semplice ricerca (senza essere hacker) si possono trovare foto di te, su profili di amici, che neanche ricordi
- Se usi una pagina per la tua attività da professionista, cura la coerenza di visual, tono e contenuti
- Se usi il tuo profilo personale anche per le attività professionali, fai le cose elencate sopra con il doppio dell’attenzione.
Arriviamo a Twitter:
- Idem come sopra e in più
- Scegli un tuo stile nelle condivisioni, quello in cui ti trovi bene e che sia coerente con quello che di te vuoi dire
- Scegli un tuo stile nel rapporto con altri account (ad esempio, potresti ringraziare chi condivide un tuo contenuto).
Poi ci sarebbero: Instagram, Slideshare, Pinterest, Google+.
Dove ci si può rilassare un attimo?
Questa è una mia personalissima opinione: in tutti gli ambienti nuovi puoi prenderti una pausa fino a quando non se ne diffonde l’uso.
In questi “nuovi” luoghi puoi sperimentare, giocare, rischiare, sbagliare e ri-sbagliare fino a quando non trovi la tua dimensione e, se l’ambiente ti interessa, “ti ricomponi”, altrimenti chiudi tutto.
Quando inizia a popolarsi, fatti trovare pronto e coerente con il brand che vuoi affermare.